Visualizza messaggio singolo
Vecchio 19-09-2018, 01.46.42   #527
Destresya
Cittadino di Camelot
 
L'avatar di Destresya
Registrazione: 05-06-2018
Messaggi: 3,427
Destresya è sulla buona strada
I suoi occhi ardenti di desiderio, il suo sguardo folle e lussurioso mi mandarono ancora più in estasi.
Cosa stava pensando il bel conte mentre la sua mano violava le parti più intime del mio essere?
Quali sensazioni gli dava affondare la mano ancora di più, piegare le dita ad uncino, sentire le nocche che premevano contro le mie labbra unte di desiderio disperato e di lussuria folle?
Cosa avrei dato per saperlo, per leggere oltre quegli occhi azzurri e voluttuosi che erano lo specchio di ogni mio desiderio, ogni mio sogno, ogni mia voglia.
La sua voce velata di passione mi scosse tutta, ogni parola era come una carezza.
Com'erano eccitanti le parole, quanto potevano arrivare alla mente di una donna, sconvolgerla, piegarla e farla gridare nell'anima ancor prima che nel corpo.
E non è forse la mente l'organo più sensibile id una donna?
Quelle parole, dunque, chiave per lo scrigno più segreto della mia perversione, non fecero che schiudere ancora di più quella serratura e farmi sprofondare in un mondo fatto di gemiti, sospiri, battiti, dove il godimento regnava sovrano, senza limiti, senza tabù, senza freni.
Lo sentii mettersi dietro di me, muovendomi appena, impaziente, fremente, incapace di controllarmi, di stare ferma, anche solo di pensare, di respirare.
Perchè da quando eravamo insieme non esisteva altro che lui.
Mi sembrava come se nessun uomo mi avesse mai fatto eccitare tanto, mi avesse mai fatto gridare in quel modo, si fosse preso così tanta cura del mio piacere.
Oh ma ero la sua cavalla dopotutto, no?
Ero lì per essere domata, condotta al galoppo nei verdi viale di una perversione infinita, in un modo che solo lui poteva fare.
Sentii poi il suo sesso contro il mio piede.
Così saldo, duro, eccitato, voglioso... mio!
Allora iniziai a muovere il piede, a scalciare come farebbe una cavallina col suo stalliere giunto a cambiarle gli zoccoli, e iniziai a toccarlo, tastarlo, a tormentare quella virilità perchè diventasse sempre più grossa, sempre più dura, sempre più eccitata, sempre più indecente.
Ma d'un tratto spalancai gli occhi, quando sentii il suo viso sfiorare la pelle più delicata del mio corpo, sentii la lingua che si insinuava nel mio sesso ancora tormentato dalla sua mano abile come nessun'altra al mondo.
Un lungo gemito liberatorio e incontrollato scivolò fuori dalla mia bocca, mentre i miei occhi si serravano e la testa scivolava all'indietro lasciando che i miei capelli accarezzassero tutta la mia schiena.
La sua lingua si era insinuata in me, la sua bocca aveva imprigionato il mio sesso in un bacio lussurioso, proibito, eccitante.
Non capii più nulla, mi abbandonai a quell'estasi così voluttuosa ed eccitante.
Gemetti, ancora e ancora, incapace di controllarmi.
Era troppo bello.
Troppo forte, troppo eccitante.
Sentire la sua bocca, il muoversi lascivo della sua lingua in me, il suo continuo movimento mi facevano impazzire.
Più di tutto mi faceva impazzire sapere che lui mi voleva, sapere che gustava il mio sesso come fosse la miglior dolce del mondo, come fosse una gustorsa e irresistibile crostatina all'albicocca, da leccare, succhiare, assaporare fino in fondo.
E io non desideravo altro che quello.
Eccitarlo, sorprenderlo, averlo, turbarlo.
Il mio piede continuava e continuava a muoversi, a saggiare la sua virilità, a sentirne la durezza, la pienezza, la voluttà.
Era mio, e lo volevo disperatamente.
Se avessi potuto parlare gli avrei detto che la sua cavalla voleva tanto assaggiare uno zuccherino, uno di quelli densi e caldi, vischiosi e perversi, di quelli che sporcano tutto il corpo o che scendono lentamente nelle vie più profonde di una gola insaziabile.
__________________
Lei si innamorò, sopra ad un cespuglio di rose, e poi rispose... Sì!
Destresya non è connesso