Era una scena folle, travolgente, proibita.
Il conte era in piedi davanti a lei, autoritario e superbo, orgoglioso della sua virilità e tenendo lei con quella cinghia legata al collo.
Destresya invece era ai suoi piedi, unta e sudata, umida di un'eccitazione folle, cominciando a leccare, finalmente, la mascolinità del bel Fessen, turgida, inarcata, portentosa, carica.
Un gioco, una tortura, una gara.
Si, una gara di resistenza, con lei decisa a farlo impazzire e lui, apparentemente, duro e solido come una roccia.
La lingua della cavalla strusciava, scivolava e lambiva la carne viva di quell'uomo, dov'era più sensibile e calda, in un vero gioco misto a tortura per strappargli gemiti e farlo urlare.
Lui però sembrava resistere, fissandola con uno sguardo anch'esso duro, quasi impossibile da scalfire.
E la guardava negli occhi, mentre lei leccava con lussuria per farlo cedere.
Lui invece sembrava resistere, puntando il bacino verso di lei.
Si guardava, si sfidavano.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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