Continuarono quella folle cavalcata, irrefrenabile e senza limiti, intensa, forte, immorale.
Destresya non resistette a lungo e finì piegata sul pavimento della stanza, mentre il bel conte la teneva per i fianchi e continuava a colpirla, ad affondare il suo membro virile dentro di lei, sventrandola, possedendola, penetrandola senza ritegno, gemendo e sudando come uno stallone da monta.
Per lunghe ore continuarono ad amarsi, scambiandosi baci e posizioni, sudando l'uno contro l'altra, toccandosi, leccandosi ed assaporandosi a vicenda.
Una lunga notte di travolgente libertà sessuale, di libidinoso sfogo, di folle piacere reciproco.
Verso l'alba erano inginocchiati entrambi, con lui dietro di lei, tenendola stretta per i seni e facendola sussultare sotto i colpi della sua insaziabile mascolinità, mentre le assaporava il collo con le labbra e la lingua.
“Si...” disse lui in un gemito soffocato all'orecchio della dama “... si... eccomi... eccomi... si, ci sono...” stringendo ancor più i suoi seni, mentre i capezzoli erano in fiamme, duri e sporgenti.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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