Continuavano.
Continuavano, ancora ed ancora, sudando e gemendo.
I loro corpi scivolavano l'uno sull'altro, con Destresya completamente in balia del conte che la teneva in mille e più modi, possedendola in tante posizioni diverse.
La stingeva per i seni, i glutei, i fianchi, penetrandola con foga scatenata.
Poi al limite della sopportazione, allo stremo della resistenza, quelle parole sussurrate all'orecchio di lei.
“Si...” disse lui in un ultimo gemito “... ci sono... ecco...” stringendo ancora più il suo seno “... ecco... ecco, tesoro mio...”
Lei sentì il corpo di lui tendersi, ogni muscolo diventare ancor più teso.
Poi un lungo suo gemito che divenne quasi un grido soffocato e liberatorio, mentre esplodeva in un piacere intenso e folle.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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