Quel bacio, un dolce fiore che si schiudeva sulle nostre labbra.
Labbra che si rincorrevano, si cercavano, si trovavano ancora e ancora.
Mi chinavo su di lui, sempre incatenando le sue labbra alle mie.
Lo baciai, con impeto e passione sempre crescenti, spingendo il bacino contro il suo, e muovendo il corpo armonioso e sensuale su di lui.
Il desiderio e la voglia, soddisfatti da quell'amplesso estremo di poco prima, tornarono repentinamente, come se non sapessi fare a meno di lui, come se non ne avessi mai abbastanza.
Poi le sue carezze, le sue parole.
Cercai il suo sguardo, lo trovai e lo incatenai al mio.
"Oh voi mi fate morire, conte..." con il tono caldo e sensuale di chi non riesce a togliersi dalla testa quanto accaduto poco prima.
Sia il romanticismo assoluto e la perversione più folle erano per me una calamita che mi attirava verso il conte.
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Lei si innamorò, sopra ad un cespuglio di rose, e poi rispose... Sì!
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