Oh quel tono del conte come riusciva a scuotermi nel profondo.
Mi faceva impazzire, gemere, sospirare.
Lì potei solo concedermi uno sguardo di intesa, di sottecchi, perché stavamo recitando e non potevamo permetterci fallimenti.
Scendemmo nei sotterrai seguendo la servitrice, e ci mettemmo ad osservare i ritratti che c’erano alle pareti.
“Ooohhhh...” con fare stupito da oca ignorante “Ma allora è molto antico questo palazzo!” Guardando i vari dipinti.
“Chi sono queste persone?” Candidamente alla servitrice.
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Lei si innamorò, sopra ad un cespuglio di rose, e poi rispose... Sì!
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