Attraversammo la città, che era deserta, desolata e abbandonata, come pensavamo.
Era uno scenario terribile, angosciante.
Ad un certo punto, ci dissero di uscire, ma la cosa mi sembrò subito strana.
Troppo.
Rhon provò a uscire, ma fummo trascinati fuori e picchiati selvaggiamente.
Mi dimenai, urlai, piangendo dalla disperazione e dal terrore.
Saremmo morti qui?
Probabilmente sì...
Buffo, il pericolo erano gli alieni ed eravamo finiti in questo casino.
Mi mancavano i miei genitori, le mie compagne, pensai ad Elv, pensai che lo avrei voluto terribilmente vicino in questo momento, perché lui ci avrebbe salvati, mi avrebbe salvata, ne ero certa.
Ma i suoi baci, i suoi occhi, il suo viso, rischiavano di rimanere solo un vago ricordo.
Persi conoscenza e forse staavmo davvero morendo.
Un modo atroce, in effetti, ma meglio la morte piuttosto che dover ancora sopportare un dolore così atroce e una tale umiliazione.
Stranamente, però, mi svegliai.
Eravamo in un capannone, legati con delle corde.
Cercai di liberarmi, ma nulla.
Eravamo bloccati qui.
"Maledizione!" sibilai fra i denti.
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"La passione tinge dei propri colori tutto ciò che tocca"
BALTASAR GRACIÁN
"Sappi che la Luna è il messaggero degli astri. Essa infatti trasmette le loro virtù da un corpo celeste all'altro"
ABU MASAR, "Libri mysteriorum"
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