Guisgard sorrise guardando l'alone della Luna provenire dalla piccola finestra strombata sulla parete.
"Glielo dissi, milady" rispose con tono sarcastico Guisgard "ma ella non mi ama e non mi amerà mai. L'amore è la cosa più bella del mondo, ma io ne sono stato beffato. Amo una donna che non corrisponde al mio sentimento. Buffo, non trovate? Più che un cavaliere, sembro un buffone di corte..."
In quel momento Arnò si svegliò.
Guisgard gli si avvicinò e gli disse:
"Arnò, ascolta, tra un pò mi porteranno via."
"Dove andrete?" Chiese il ragazzino strpicciandosi gli occhi.
"Non ha importanza." Rispose il cavaliere aggiustandogli il bavero. "Ascolta, sei un ometto ormai. Pensa tu a dar forza ad Elisabeth. Non essere triste o impaurito, altrimenti anche lei lo sarà. Mi raccomando."
Arnò sorrise.
"Da grande voglio essere come voi! E state tranquillo, ci penserò io ad Elisabeth. E quando tornerete la troverete sana e salva!"
Guisgard gli accarezzò i capelli.
In quel momento si udirono i rumori di passi.
I soldati giunsero di nuovo davanti alle sbarre.
"Alzati, cavaliere." Ordinò uno di loro.
La cella fù aperta e Guisgard fu portato via.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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