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Vecchio 24-11-2018, 02.14.55   #104
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Destresya si occupò di tutto e poco dopo l'intervista era on line sul sito del giornale.
In brevissimo tempo arrivò nei telegiornali e su tutte le reti nazionali.
Gwen e Lizzie, passeggiando tra i negozi del centro, videro davanti ad una vetrina di oggetti elettronici l'intervista andare in onda.
Sul monitor si vedeva solo un noto giornalista, Fessen, che parlava al telefono con qualcuno.
Si trattava del famigerato Fantamas, che aveva accettato di farsi intervistare.

“Eccoci qui...” disse Fessen al telefono “... è in linea?”
“Si.” Una voce roca, visibilmente camuffata, con un vago accento straniero.
“Come preferisce essere chiamato?”
“Lei conosce il mio nome.”
“Certo.”
“Tutto il mondo lo conosce.”
“Si, immagino sia così.” Fessen.
“Allora mi chiami con quello.”
“Perfetto, signor Fantamas... mi dica, restando sul suo nome... da dove deriva? Che origine ha?”
“Perchè sono inafferrabile, proprio come un fantasma... e allo stesso modo di uno spettro sono ritenuto da molti inesistente... ciò mi da un vantaggio enorme sui miei nemici.”
“Chi sono i suoi nemici?”
“Il mondo intero.”
“Eh, è il caso di dirlo... molti nemici, molto onore.” Sarcastico Fessen.
“Sono un genio e come tale il mondo mi odia, ma mi teme anche.”
“Beh, senza offesa... lei è un ladro... ovvio non nutra della stima dei suoi simili...”
“Il mondo detesta ciò che non può comprendere.” Il lestofante. “Come sono stati osteggiati i Profeti e gli artisti.”
“Non può dirsi un Profeta, no?”
“Io porto la verità.”
“Ossia?”
“Ciò che è vero, ciò che è giusto.” Spiegò il ladro. “E di conseguenza la giustizia.”
“Quindi mi faccia capire... lei è il buono e la polizia è cattiva?”
“Bene e male sono concetti assolutamente superati per me.”
“Come mai si è lasciato intervistare?” Domandò Fessen.
“Perchè lei vive ad Afragolopolis.”
“Che onore...”
“Afragolopolis è la sola città che ancora non ha conosciuto una delle mie imprese.”
“Magari qui non vogliamo tale onore...” divertito Fessen.
“Un teatro non è tale se non ospita un degno attore.”
“Quindi mi sta dicendo che ruberà qualcosa in città?”
“Esattamente.”
“E cosa di preciso?”
“Io sottraggo ciò che con l'inganno è stato trafugato.”
“Cioè?”
“I beni della Chiesa.” Sentenziò il criminale. “Sono patrimonio dell'umanità e come tale verranno restituiti al popolo.”
“Sono opere che ecclesiastici mecenati hanno commissionato nei secoli a grandi artisti... quindi, per amore della verità, sono proprietà della Chiesa.”
“La Chiesa non esiste.” Fantamas con tono acuto. “Come tale non ha alcun diritto.”
“Può dirmi cosa ruberà di preciso?”
“Lo saprete a tempo debito...”
“Ci lascia così?”
La telefonata si interruppe.
“Beh, il nostro fantomatico Fantamas, per non smentirsi, è svanito nel nulla anche stavolta.” Sorridendo Fessen. “Grazie per l'ascolto, amici ed amiche da casa. Per ora è tutto. A presto.”

L'intervista terminò.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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