Sorrisi, perché avevo indovinato la risposta.
Conoscevo fin troppo bene i gusti di Fessen, non per niente avevo sempre nella scrivania una scorta di dolcificante, senza il quale non prendeva nemmeno il tè.
Mi preparai un caffè, sistemai tutto su un vassoio e lo portai nell’altra stanza, appoggiandolo sul tavolino davanti al divano, piegandomi in avanti il tempo di apparecchiare la piccola tavola e tagliare una fetta di torta per Fessen, e una per me.
Rialzai lo sguardo a cercare il suo, prima di alzarmi io stessa e sedermi accanto a lui, accavallando le gambe quasi distrattamente, con un movimento lento e sensuale, senza togliere gli occhi da Fessen.