La carrozza saliva il pendio del Monte di San Michele Arcangelo, dovevo parlare col borgomastro, lui era solito vedere il mio compianto padre, l' astronomo Todor che era morto in modo misterioso.
Mi avevano dato il benestare nel collegio dove mio padre mi aveva piazzata, come si soleva per le dame per bene. Era un uomo all' antica per questi versi, forse voleva solo il mio bene ma io ero fuggita mille volte da quella specie di convento, e in quel momento mi laceravo per avergli sempre dato preoccupazioni, forse non ero stata una buona figlia ma una cosa era certa...il dolore per la sua perdita era davvero forte.
Mi asciugai una lacrima ribelle e la mia governante mi osservò in tono duro "Scusatemi, so le dame non mostrano i loro sentimenti in modo così facile", la cosa mi diede fastidio...come potevo scusarmi, io e mio fratello ora eravamo gli unici ad essere gli eredi e la parola "scusa" verso una governante non doveva più esistere "Speriamo la verità venga a galla, madame non pensate?" mentre mi osservava con fare civettuolo..sapevo benissimo era stata l' amante di mio padre.