Continuava, senza fermarsi.
Continuava a succhiare il capezzolo di Gwen, restando con gli occhi scuri fissi sul volto di lei, come fosse assetato dei suoi gemiti, del suo piacere e godimento.
Continuava, tormentando quel capezzolo, lambendolo come se da esso potesse succhiare latte e miele.
“E' dolce...” disse piano, restando con le labbra sul seno di lei “... questo chiodino di zucchero...” sorridendo appena, impertinente e malizioso, per quando fosse diventato turgido e sporgente quel capezzolo.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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