La mia sottoveste scivolò via, come una lenta carezza sulla mia pelle.
Sentivo le sue mani, audaci e forti su di me, percepivo il suo ardore, la sua voglia, la sua voluttà su di me.
Mi faceva perdere il controllo.
Spalancai gli occhi per osservarlo, non volevo perdermi nemmeno un istante, nemmeno una sfumatura dei suoi occhi chiari che mi fissavano in quel modo che farebbe impazzire ogni donna.
Il tocco delle sue mani era inebriante, sentivo la mia pelle sempre più calda, sempre più fremente, vogliosa, incandescente.
E poi quei baci, quei baci in cui sembrava volesse togliermi il respiro, in cui la sua lingua e le sue labbra si impossessavano di me, della mia anima, mutata nel respiro che mi rubava continuamente.
E io mi abbandonavo a quel bacio, completamente.
Quando toccò gli slip mi scappò un gemito, tanta era la voglia accumulata, che avrebbe sentito se si fosse addentrato negli spazi più segreti del mio intimo.
Poi, finalmente, liberò i miei seni, e io lo fissai negli occhi, per vedere la sua reazione a quella vista.
Intanto, continuavo e continuavo a tormentare la sua virilità con un massaggio ritmico, intenso, abile, sensuale, da fargli perdere la testa.
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Lei si innamorò, sopra ad un cespuglio di rose, e poi rispose... Sì!
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