Quelle dita, così audaci, sicure, calde.
Penetravano fin nell'anima di Altea, rivoltandola come un guanto, come l'aratro che rovesciando il terreno liberava i sali ed i minerali propri della terra, rendendola fertile e pronta.
Lei sentiva le dita del giovane artista darle piacere, godimento, calore.
I suoi azzurri erano vicinissimi e sembravano più grandi e profondi, più luminosi ed ipnotici.
Baciò il suo collo e gli strappò un lieve gemito.
“Monica...” disse lui “... si chiama Monica...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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