Siculon fece preparare la sua carroza e lasciò la villa, diritto verso il porto.
Il pomeriggio andava lentamente a declinare fra le alte e sottili nubi che dal mare fluttuavano verso la costa, sommersa da una vegetazione primordiale e lussureggiante.
La villa era isolata e circondata da alte piante dai fusti robusti ed i rami frondosi, con in lontananza i rumori cupi e misteriosi della grande jungla verde, da sempre ritenuta dagli indigeni covo di belve feroci e spettri maledetti.
Il profumo dalla cucina invadeva le altre stanze, con Pistal che canticchiava come sempre faceva quando cucinava, mentre Gwen attendeva il ritorno di suo zio.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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