Gwen respirava a fatica perchè la mano di Montel era stretta sulla sua bocca, mentre l'altra, libera, strappava via il vestito scoprendo il suo petto ed i suoi seni.
E proprio su uno dei seni la ragazza sentì quelle mani sudicie stringerlo, forte, tanto da farle male.
Si sentiva sporca e quella mano sembrava essere lercia, infima e troppo forte per potersi liberare.
Intravide gli occhi di Montel farsi grandi e lussuriosi, la sua bocca aprirsi in un ghigno volgare mentre la Luna si rifletteva su tutto il suo volto rude, dandogli quasi tratti bestiali.
Ma proprio in quel momento accadde qualcosa.
Un suono lento, basso, prolungato che si diffuse ovunque, generando un senso di angoscia e paura.
Sembrava l'eco sordo e cupo di un corno antico che vibrava in una melodia funerea sopra il capanno.
Un suono così sinistro che arrivò a spaventare persino un uomo come Montel.
Infatti nell'udirlo, lo schiavo guardò in alto e mollò finalmente la sua morsa su Gwen.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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