Visualizza messaggio singolo
Vecchio 04-03-2010, 14.28.19   #17
Mordred Inlè
Cittadino di Camelot
 
L'avatar di Mordred Inlè
Registrazione: 02-08-2009
Residenza: A casa mia, spesso
Messaggi: 904
Mordred Inlè è un gioiello nella rocciaMordred Inlè è un gioiello nella rocciaMordred Inlè è un gioiello nella rocciaMordred Inlè è un gioiello nella roccia
Grazie mille ad entrambe ;___;

08. Camelot

Mordred venne svegliato all'alba dalla pioggia e dal freddo. Si alzò a sedere di scatto, completamente fradicio, indossando velocemente un mantello e scrollando vigorosamente Galahad.
Il biondo figlio di Lancillotto si rigirò, incurante della pioggia, e provò ad aggrapparsi alla vita di Mordred.
"Svegliati e preparati, sta piovendo e fa freddo!"
Galahad si mise a sedere anch'egli e prese il mantello che Mordred gli offriva. Il figlio di Artù lo prese poi per l'avambraccio, tirandolo in piedi.
"Sali a cavallo, siamo praticamente a Camelot."
"Ieri non volevi nemmeno avvicinarti a Camelot," commentò Galahad, salendo su Joan con un agile balzo.
Mordred lo imitò e senza rispondere spinse Lucius al trotto, costringendo l'altro cavaliere a seguirlo.
Tenne il trotto del cavallo finché poté e si costrinse a rallentare solo quando sentì il cavallo stremato sotto di sé. In ogni caso non riuscì a perdere di vista Joan e Galahad.
Verso mezzogiorno poterono vedere le torri di Camelot all'orizzonte e la pioggia cessò.
"Se vuoi uccidermi il cavallo ti consiglio di dargli una morte meno dolorosa di questa," lo ammonì Galahad, prendendo le redini di Lucius e fermando Mordred prima che potesse nuovamente spingerlo al galoppo.
"Non voglio ucciderti il cavallo. Ed in ogni caso te lo ripagherei."
"Non è questo che intendevo."
Mordred fece spallucce e aspettò che Galahad lasciasse le redini prima di ripartire ad un passo più lento.
"E' bella Camelot da lontano."
"Bella?" sbottò Mordred, ridendo, "non molto diversa da un accampamento di straccioni. Avresti dovuto vedere il castello di mia madre alle Orcadi."
"Un giorno me lo mostrerai."
Mordred si voltò di scatto ad osservare il compagno di viaggio. Un giorno me lo mostrerai. Sembrava una promessa e sembrava richiedere in cambio un solenne giuramento. Nonostante il freddo lasciato dalla pioggia sentì qualcosa di caldo diffondersi nelle sue vene.
"Certo," sorrise, sentendo i bordi della bocca tremare. Sperò che Galahad non se ne accorgesse.
Non so cosa sto facendo, pensò. La pioggia, la notte, la leggera fame gli facevano sentire la testa leggera e stupidamente felice.
"Certo, fra qualche mese potremmo andare a nord, in Scozia, con Gawain. Lui partirà di sicuro. Non con il freddo però, sarebbe un suicidio," promise.
Molte volte aveva fatto questa proposta ad Agravaine ma lui odiava le Orcadi. E altrettante volte lo aveva chiesto ad Artù, suo padre, ma il re non poteva allontanarsi da Camelot.
Sapeva però che Galahad non gli avrebbe detto di no.
"E potremmo passare per il Corbenic, ti potrei mostrare il monastero di mia madre ed il castello di mio nonno."
"E potresti darmi in pasto ai figli di Pellinore!" rise Mordred, ricordandosi che il nonno materno di Galahad altro non era che il fratello di Pellinore.
"Sai che non lo farei."
Mordred inarcò un sopracciglio al tono serio del biondo e si limitò a scuotere la testa. "Non sai scherzare. Dei del cielo, in che cosa mi sono lasciato trascinare."
E questo purtroppo non lo sapeva nemmeno lui.
Non sapeva cosa gli stava accadendo né perché fosse così felice che un sempliciotto come Galahad lo amasse (perché così aveva detto, o no? Non avrebbe mai mentito, vero?) ma per ora andava bene così. Lo faceva sentire bene.
"Vedo che stai meglio."
"Siamo arrivati, sir Galahad, sarà meglio comportarsi con decoro, ora."
Ed infatti erano arrivati. In meno di un'ora portarono i cavalli agli stallieri del castello e dama Lyonesse, assieme al marito sir Gareth, venne ad accoglierli. Subito dietro di loro giunsero Percival e Lancillotto.
"Fratello mio," salutò Gareth, abbracciando Mordred.
Lancillotto sembrò sospirare di sorpresa vedendo Galahad tutto intatto ma Percival notò subito l'assenza di Lamorak.
"Dov'è mio fratello?"
"Sir Lamorak sta bene ma ho preferito prolungare la sua sosta da mia madre," rispose Mordred, avanzando oltre il gruppetto per raggiungere le stanze del re, che lo stava sicuramente aspettando.
"Cosa significa? E' rimasto con quella strega!" aggiunse Lancillotto, stupito, con ancora il figlio tra le braccia forti.
Gareth sussultò ed arrossì e Mordred lo ignorò.
"Era in sé e secondo la sua volontà," spiegò Galahad, seguendo Mordred dal re.
Con loro però camminarono anche Lancillotto, deciso a scoprire tutto ciò che poteva sul viaggio, e Percival, insistente nelle sue domande sulla scomparsa del fratello.
Trovarono Artù in compagnia di Kay. Stavano discutendo di qualcosa e prendendo delle note quando Mordred entrò nella stanza e si inchinò brevemente.
Lui stesso non si aspettò la gioia che provò improvvisamente nel vedere il padre e, soprattutto, nello scorgere il suo sorriso.
Forse Artù aveva davvero voluto che lui tornasse a Camelot sano e salvo.
Riuscì quasi a leggere le parole 'figlio' sul volto del padre prima che questi si alzasse e lo salutasse con un freddo "Sir Mordred."
Abbracciò Galahad ed anche lui chiese dove fosse Lamorak.
Percival rimase in un silenzio testardo, aspettando una risposta degna di re Artù e che potesse soddisfare i suoi dubbi e le sue curiosità.
"E' rimasto con Morgause," spiegò Galahad, sentendo che l'amico Perceval avrebbe creduto più facilmente a lui che al figlio di Artù, "sembra che sia nata una sorta di amicizia fra lady Morgause e sir Lamorak e lui ha preferito rimanere in sua compagnia."
Artù sembrò ricevere la notizia con un semplice deluso stringere di labbra.
"Capisco. Perceval, potete andare ora."
Perceval aprì la bocca per protestare ma un'occhiataccia del severo Kay gliela fece chiudere immediatamente e lo costrinse a sgattaiolare via.
"Sir Lancillotto, amico mio, vi rivedrò più tardi."
L'uomo strinse brevemente la spalla del figlio e salutò il re, prima di uscire. Sir Kay lo seguì silenziosamente.
"Ditemi cos'è successo?"
"Nulla," assicurò Galahad, "veramente ciò che ho detto."
"Morgause e Lamorak sono diventati amanti. Penso che Morgause volesse trattenerlo per avvicinarsi alla corte."
"Pensate che con Lamorak con lei io la riaccolga qui?" domandò il re.
"Sire, Morgause aveva provato a-" Mordred bloccò la frase di Galahad stringendogli la mano, facilmente nascosta dietro la schiena dei due poiché erano l'uno accanto all'altro spalla a spalla.
"Cosa?"
"Mia madre ha provato a convincermi a restare," rispose Mordred al suo posto, "ed io ho ovviamente rifiutato. Quindi temo che abbia preferito una preda più facile."
Gli occhi di Artù sembrarono parlare quasi a voce alta. Ho sempre pensato che foste voi la preda più facile, sussurrarono rivolti al figlio.
"Penserò a cosa fare con Lamorak," sospirò infine il re.
Mordred lasciò la stretta su Galahad e si inchinò, imitando l'altro.
"Andate pure."
"Padre-"
Gli occhi di Artù lampeggiarono e le sue guance si riempirono di vergogna e rossore. "No, Mordred. Andate," mormorò, voltando loro le spalle finché i due cavalieri non lasciarono la stanza.

Mordred si sentiva umiliato. Artù lo credeva tanto debole da rimanere intrappolato nelle grinfie di Morgause (ed effettivamente era quello che era accaduto, si era lasciato ingannare come un ingenuo).
E come se non bastasse, dopo il viaggio che aveva fatto per lui e la devozione che gli aveva mostrato, il re non solo si vergognava del figlio ma non accettava nemmeno alcun suggerimento, continuando a trattarlo come un bambino reale.
Galahad lo seguì fino alle sue stanze sebbene alcune acide battute di Mordred sulla sua famiglia da parte di madre e padre bastarono a fargli capire l'umore in cui il cavaliere si trovava.
Giunto alle proprie stanze, Mordred entrò e chiuse subito la porta dietro di sé.
L'ultima cosa di cui aveva bisogno era di qualcuno che gli ricordasse la sua umiliazione e che gli facesse domande. Con un breve e pungente senso di colpa si ricordò della mattina passata con Galahad e della sera precedente.
"Mordred, aprimi. Ora."
"Oh, altrimenti? Andrai a piangere da Lancillotto?"
"Non essere sciocco, Mordred," lo chiamò Galahad, con voce calma, "ovvio che non andrò da Lancillotto perché mentre sono via tu potresti sgattaiolare fuori e scappare."
Mordred aprì la bocca, sconvolto. La richiuse. "Era una dannatissima battuta sulla codardia?!"
"Forse," giunse la risposta soffocata dal legno della porta.
Mordred attese qualche minuto. Sentì un rumore di passi.
Aspettò una mezz'ora e non sentì più nulla.
"Sei ancora lì?"
"Sì. Dovresti fare qualcosa per il tuo carattere."
"Tipo pregare? Come fai tu?"
Prima di ricevere una risposta, Mordred si alzò dal letto su cui si era buttato e andò ad aprire la porta. Fece entrare Galahad con un gesto imperioso.
"Perché non hai detto ad Artù di quello che ti ha fatto Morgause?" domandò subito il biondo cavaliere, "Temevi che non ti vendicasse? O che ti vendicasse? Che non gli importasse nulla?"
"Niente di tutto ciò. Non volevo apparire debole ai suoi occhi. Cosa che, evidentemente ho fatto comunque."
"Il fatto che lui non ti riconosca come figlio non significa che tu sia-"
Prima che Galahad potesse finire, Mordred gli prese violentemente il collo e lo sbatté contro il muro. Lo tenne ancorato al muro, aspettando che l'altro si difendesse ma non accadde nulla.
Quando lo vide faticare per recuperare il respiro, il figlio di Artù lo lasciò scivolare a terra e riprendere tutto l'ossigeno perduto.
"Non parlarne più."
"D'accordo. Ho capito."
"Vai pure."
Galahad inarcò confuso le sopracciglia e si rialzò. "Vai pure? No. Voglio stare qui."
"Va bene," concesse Mordred, sedendosi sul letto. Toccò il posto vuoto accanto a sé e lasciò che Galahad giungesse a sedersi con lui.
"E ora?" domandò il biondo.
"Ora puoi dirmi che mi ami e che mi giuri fedeltà eterna, anche sopra Lancillotto."
"Non tradirei mai mio padre."
"Lo so," ammise Mordred, con una smorfia di disappunto.
"Ma posso dirti che ti amo e farò tutto il possibile per non tradirti."
"Il puro Galahad," sospirò l'altro, "non ti ci vedo a girare il castello a sedurre giovani fanciulle."
"Non intendevo quel tipo di tradimento."
Calò il silenzio per qualche attimo e Mordred, volubile come solo sua madre sapeva essere, si voltò verso Galahad, prendendogli le spalle e sdraiandosi su di lui.
"E tu?" chiese Galahad, rimanendo immobile.
"Io apprezzo la tua dedizione."
"Vuol dire che mi ami," sorrise il biondo, con una nota di speranza.
"Vuol dire che apprezzo la tua dedizione," replicò freddamente l'altro cavaliere.
"Certo." Il sorriso di Galahad si storse leggermente, in un'aria delusa e Mordred arrossì per un'emozione che sembrava accompagnarlo spesso e ovunque: il senso di colpa.
Ma Galahad non era fuggito lasciandolo con il senso di colpa. Era ancora lì, con lui, e Mordred avrebbe fatto tutto ciò che poteva per far scomparire quell'orrenda sensazione.
"Vedrai che ti basterà," lo assicurò Mordred, aprendogli la tunica ed iniziando a tracciare di baci il suo petto.
Galahad lo lasciò fare, accarezzando il suo volto ed i suoi capelli, con un ritmo lento e rassicurante.
Mordred si fermò a mordicchiare il collo mentre slacciava il resto dei vestiti di Galahad e, quando l'altro gemette, sorrise soddisfatto.
"Sai cosa stai facendo?"
"Oh, Galahad, non sono stato tutti questi anni a pregare Dio come te."
"Immagino."
"Immagina pure," sorrise Mordred, sembrando recuperare il buon umore della mattinata.
Ma Galahad non ebbe più tempo per immaginare perché il figlio di Artù iniziò a fare cose innominabili, e tremendamente piacevoli, con la sua bocca. Cose che portarono Galahad ad avere uno strano attacco di risa, intermezzato da parole che sembravano Il principe di Camelot è tra le mie gambe! Santo Paradiso, il principe di Camelot è pazzo!.
Il principe di Camelot, ancora vestito di tutto punto, si premurò di far provare a Galahad (citando le sue stesse parole) ciò che rendeva un uomo veramente degno di essere chiamato uomo.
Il giovane figlio di Lancillotto si chiese, per qualche secondo, perché non l'avesse mai fatto prima. Dio non avrebbe mai reso così piacevole ed estatica una cosa condannabile con l'inferno.
Sorridendo come un vero e proprio novellino, il biondo trascinò quindi a sé il giovane Mordred ed iniziò a spogliarlo come prima l'altro aveva fatto con lui. Mordred però lo fermò.
"Basta così. Vuoi di più? Non ti è bastato?"
"Come sarebbe a dire- e tu?"
"Io cosa?"
"Io non ho fatto nulla- tu non-" Galahad arrossì, inciampando sulle proprie parole.
Mordred sorrise, passandosi un pollice sulle labbra. "Non devi fare nulla."
Come un fulmine a ciel sereno, un pensiero sbocciò in Galahad, un pensiero che lo lasciò amareggiato e deluso. "Era un modo per chiedermi scusa? Perché ti ho detto che ti amo e tu non hai risposto?"
"Certo che no," arrossì Mordred.
L'altro cavaliere gli prese i polsi e lo portò delicatamente sotto di sé, stendendosi su di lui per tenerlo fermo.
"Non farlo più. Un dono che non è dato spontaneamente non sarà mai accettato da Dio."
"Tu non sei Dio!" rise Mordred ma Galahad non perse il proprio tono serio.
"Ogni atto d'amore è donato a Dio," spiegò, con le parole della madre.
"Non volevo offendere il tuo Dio."
"Non devi fare nulla. Non devi darmi nulla, d'accordo? Posso amarti anche se non mi dai nulla, te lo assicuro. Te lo prometto."
Mordred rimase fermo a fissarlo, deglutendo. Distolse lo sguardo ed annuì.
"Bene," sorrise Galahad, lasciandolo e rivestendosi. Vedendo che Mordred si limitava a lanciargli occhiate incuriosite fermo dove lo aveva lasciato, Galahad lo raggiunse e si sdraiò nuovamente accanto a lui.
"Raccontami del cagnolino che hai vestito da donna e fatto ballare," gli chiese, ricordandosi di ciò che gli aveva detto Lamorak.
"Io non ho mai avuto un cagnolino," rispose Mordred, osservandolo come se fosse fuori di testa.
"Oh," annuì Galahad, capendo al volo, "allora dimmi delle Orcadi."

---------------

La storia del cagnolino che viene vestito da donna viene raccontata da Maude, la madre di Ezra, nei Magnifici Sette. Ed anche lì la donna inventa la storia sul figlio trascurato, così da potersi mostrare agli altri come una madre amorevole.
Ezra è una figura così triste ;_; povero caro.
__________________
[English Arthurian fandom]

❒ Single ❒ Taken ✔ In a relationship with arthurian legends
Mordred Inlè non è connesso   Rispondi citando