Continuavo e continuavo quel gioco intenso, caldo, un'idiota, fatto di godimento senza pari.
Mi facevo inondare, riempire, mi perdevo in quel continuo crescendo di piacere che mi divorava.
Ero persa, ormai non ero più la piccola cappuccetto rosso, ma la zia che aspetta nel bosco i dolcetti della nipotina, che non ha paura del lupo perché sa come metterlo a posto.
La sua mano mi faceva impazzire, le sue parole poi erano come un mantra perverso che mi guidava verso il piacere.
Allora alzai lo sguardo.
"Sono brava, signor lupo?" con un sorrisetto impertinente.
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Lei si innamorò, sopra ad un cespuglio di rose, e poi rispose... Sì!
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