Dai finestrini, la campagna assolata scorreva come un dipinto impressionista, quelli che solo guardandoli sembra di sentire il rumore del pennello che traccia quelle macchie repentine e decise sulla tela.
Quasi un paesaggio di Monet, o Van Gogh.
Il sole era un po' velato, timidamente nascosto dietro un sottile strato di nuvole simile a tulle.
Ero diretta alla Bassa Caivania per conto del mensile d'arte per cui lavoravo.
Ero la fotografa della redazione e in questo mese avevano scelto di concentrarsi proprio sui castelli.
Dunque, quale posto migliore per trovarne di splendidi?
Avrei cominciato dal Castello delle Selci Dormienti.
Luogo di leggende, storie raccapriccianti e da brivido, che avevano aiutati, nei secoli, la fusione fra realtà e leggenda.
Arrivai nei pressi del Castello, parcheggiai la macchina e mi diressi a piedi fino al cancello, per trovare qualcuno e chiedergli di farmi entrare.
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