Era buio anche troppo per i miei gusti, quella gentile famigliola di contadini mi aveva gentilmente accolto sul loro carro facendomi scendere proprio davanti alle porte di Camelot,si fidavano di me, gli basto vedere gli abiti crociati e la fedele spada,ultimi ricordi di quel Cavaliere che non sarebbe mai tornato dalla Palestina...era mio padre.
Alzai il capo ad osservar le immense mura <Oh cara Camelot,finalmente giungo davanti a te> chinai il capo con immenso rispetto davanti a Lei, la casa tante volte nominata da chi mi fu padre.<Ce l'ho fatta padre.. son arrivato> strinsi con maggior forza quel sacco da cui si notava la tunica crociata, e misi mano alla spada,che riposava nel fodero,mai l'avrei usata <solo Voi deciderete quando sarò pronto per usarla> esclamai osservando il cielo nero che minacciava pioggia < Padre è come mi avevate detto,seppur il mio corpo sia coperto di stoffa,nudo mi sento al suo cospetto..> osservai ancora quelle mura possenti prima di presentarmi alla sentinelle che giustamente vollero esser certe di chi fossi prima di farmi entrare.
Mi manco il fiato <Sei più bella che da fuori mia adorata Camelot> dissi prima di accorgermi di essere esausto,chiesi indicazioni ad una donna e lentamente,senza riuscir ad allontanar gli occhi dalle alte costruzioni, mi avviai verso la Tavrna
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