Shawn Ap Cerys era nella pieve e assaporava già un bel bagno in quel limpido stagno reso profumato dai tanti petali disseminati sulle sue acque.
Era sola ed avrebbe potuto dare ristoro al suo corpo, mostrandosi senza timore di essere scoperta.
Ma proprio in quel momento, il misterioso personaggio le consegnò quel biglietto.
Il testo recitava:
"Mai mancarono un bersaglio i dardi di Amore,
colpendo e ferendo senza scampo ogni cuore.
Di quel magico filtro nessuno conosce guarigione,
restando per sempre in una dorata e mistica prigione.
E voi, Shawn cavaliere, siete già avvilito e troppo stanco?
Venite al mio castello, seguendo versi e rime di un saltimbaco.
Egli vi parlerà di quell' incantato maniero e del suo nobile costruttore,
se davvero accetterete di cercare il magico Castello del Doloroso Amore."
Nel frattempo, qualcosa era accaduto nella casa di piacere.
Le donne che affiancavano Guisgard sul letto, saltarano tutte in piedi appena quel secchio d'acqua le raggiunse.
Cominciarono allora ad inveire ed a gridare verso Polgara, mentre dai piani superiori corsero altre ragazze e qualche loro cliente intimorito per quel baccano.
"E questa chi è?" Gridò una delle ragazze bagnate. "Chi l'ha fatta entrare?"
"E'una pazza scatenata!" Urlò un'altra.
"Una strega, vorrai dire!" Le rispose un'altra.
E ad un tratto tutte furono sul punto di saltarle addosso per la rabbia.
"Si, una strega!" Intervenne Guisgard saltando giù dal letto. "Di nome e di fatto!"
La raggiunse e la prese per un braccio.
"Si, io sono rimasto una testa calda..." disse guardandola negli occhi "... e voi sempre la solita ragazzina insolente! Avrei dovuto darvi una lezione tempo fa! Ma forse non è ancora troppo tardi!"
Allora la prese sulle spalle e le schiaffeggiò il fondoschiena.
Sul letto intanto, le ragazze cominciarono ad avvertire la presenza delle prime pulci. Opera della magia di Elisabeth.
Guisgard invece prese la via del corridoio e giunse nel grande salone centrale, dove si trovavano gli altri clienti impegnati a scegliere la loro compagnia.
Vedendo Polgara in braccio a quel cavaliere un tipo si avvicinò e chiese:
"Vi è capitato un bel bocconcino, messere. Quando avrete finito potreste lasciarla a me per la notte?"
"Fila via o ti prendo calci, bifolco!" Ringhiò Guisgard.
Uscirono allora in strada e Guisgard lasciò Polgara in un fienile lì accanto.
"Ecco!" Disse il cavaliere. "Questo è il posto adatto per le puledre che non si riescono a domare!"
Ed andò via.