Quell'ombra restava immobile accanto all'Albero Sacro.
Continuava a lamentarsi con parole non sempre comprensibili.
Ad un tratto si voltò verso Polgara.
La fissò per un breve istante.
Il suo sguardo era spento e l'espressione sul volto non sembrava del tutto umana.
Polgara si rese conto che quella figura non era di questo mondo.
Non più almeno.
"Il castello... le sue pene... le pagheremo tutti..." sussurrò l'ombra "... la stolta ragazza... era felice... una principessa... ora soffre... e soffrirete tutti..."
In quel momento un gelido vento si alzò nella foresta.
Intanto al monastero, Elisabeth, con i suoi nuovi abiti, era stata vista dal frate.
Questi interruppe allora le sue preghiere e si avvicinò.
"Salute a voi, messere." Cominciò a dire. "E' da tanto che non passa più nessuno da qui. E di solito a quest'ora il monastero è chiuso. Siete stato fortunato a trovare aperto il suo portone."
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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