Arrivammo alla locanda, e il mio signore prese una stanza in una locanda.
Com'era diversa dal nostro palazzo.
Sembrava minuscola, come lo sgabuzzino in cui venivano catalogate le piante.
Anzi, forse era pure più piccola di quello stanzino.
Ma la cosa non mi importava, perchè ero felice di essere lì con lui, in quella missione così intrigante.
Ora però non c'erano compiti da svolgere, solo prepararsi per il giorno successivo.
Così, una volta sistemati i bagagli nella stanza mi avvicinai a lui.
"Posso fare qualcosa per il benessere del mio signore?" chiesi, con una voce dolce e lo sguardo ardente fisso in quei bellissimi occhi grigi.