Il vento.
Impetuoso, maestoso, orgoglioso, soffiava attraversando l' intera campagna.
E sembrava volersi portare via ogni cosa, lasciando nel cuore tanto freddo e malinconia.
Guisgard era giunto davanti alla piccola chiesetta di San Michele.
Ma aveva trovato la porta chiusa.
Cercò di aprirla ma essa era pesante e massiccia.
"Cosa fate?" Gli chiese un fraticello che giungeva dalla campagna.
"Volevo entrare in chiesa e salutare San Michele." Rispose Guisgard.
"Non si può..." disse il fraticello "... una donna si sta confessando... piange e si dispera per il suo amato... e nessuno deve vedere il suo dolore."
"Ma io non guarderò!" Rispose Guisgard. "Voglio solo salutare il santo. Poi andrò via."
"No, l' uomo è debole e cedereste. Andate via e tornate domani." Disse il fraticello.
"Vi prego..." supplicò Guisgard "... ho bisogno della benedizione di San Michele!"
"E sia..." disse il fraticello "... ma ricordatevi di raggiungere l' altare senza guardare altro. E chiunque vi chiami badate di non rispondere. Salutate il santo e tornate fuori."
"Non temete." Assicurò Guisgard. "Farò come mi imponete."
Il fraticello allora aprì la porta e permise a Guisgard di entrare.
Nella navata dominava quasi una totale oscurità, affievolita solo da diverse candele che bruciavano alla destra dell' altare.
Guisgard giunse ai piedi dell' altare e dopo essersi segnato con la croce, cominciò a pregare.
E quando ebbe finito si segnò ancora.
Stava per raggiungere la porta, quando udì una voce.
"Fermatevi vi prego..."
Guisgard però, seguendo le raccomandazioni del fraticello, la ignorò.
"Fermatevi, cavaliere, vi supplico..." Disse ancora quella voce.
Allora, intenerito, Guisgard si voltò.
Era una donna con il volto coperto da un velo nero.
"Aiutatemi, vi prego..."
"Come posso servirmi, milady?" Chiese il cavaliere.
"Il mio amato è stato ferito da un misterioso cavaliere... aiutatemi..."
"Com' è fatto questo cavaliere?"
"E rivestito da una spessa corazza ed avvolto da una tunica verde." Rispose la donna.
"Conosco quel cavaliere!" Esclamò Guisgard. "E ho un conto aperto con lui!"
"Prima di andare ad affrontarlo..." disse la donna "... scegliete una delle candele che ardono davanti a San Michele."
E Guisgard, dopo averle viste tutte, scelse quella che secondo lui era la più lunga.
"Questa rappresenterà la vostra vita, cavaliere." Disse la donna.
Guisgard allora uscì dalla chiesa e vi trovò Elisabeth.
"Vi stavo aspettando." Disse la donna.
"E perchè mai, milady?"
"Perchè se non uscivate voi io non potevo entrare in chiesa. Il vescovo impone che vi entri una persona alla volta."
E detto questo, Elisabeth entrò nella chiesetta.
Guisgard allora si guardò intorno e riconobbe una donna che passeggiava nella campagna. Era Polgara.
Corse così verso di lei.
"Eccoti..." disse la ragazza nel vederlo "... temevo che fossi andato via... mi sveglio ogni giorno con questa paura..."
"Ma io non andrei mai via senza portarti con me." Rispose Guisgard.
Ad un tratto un superbo nitrito si diffuse nell' aria.
I due ragazzi si voltarono e videro un possente cavaliere cavalcare verso di loro.
Era il Cavaliere Verde.
"Fuggi, Polgara!" Gridò Guisgard. "Fuggi e qualsiasi cosa accada non fermarti mai!"
Il cavaliere allora caricò verso Guisgard e quando lo raggiunse lo colpì con un fendente al fianco.
"No!" Gridò Guisgard alzandosi di scatto.
Era sudato e sentiva un bruciore insopportabile al fianco.
Si guardò intorno e capì di aver sognato.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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