Herbert guardò Gwen e sorrise teneramente.
"Non pensavo mi desse una simile sensazione..." disse "... si, decisamente fa un certo effetto... un effetto molto piacevole devo dire..." annuì "... certo che puoi chiamarmi papà." Allungando la mano verso di lei per stringerla.
Destresya, intanto, era tornata alla locanda e dopo aver raccontato tutto ad Odigel, andò a dormire.
I giorni successivi furono mesti, cupi, deprimenti. Goz organizzò diverse battute di caccia, chiamando molti volontari fra cacciatori, contadini e pastori. Si mossero in più parti di vari boschi, raggiungendo le sponde del fiume e spingendosi fin verso le pendici delle vicine alture. Furono uccisi molti lupi, ma senza trovare mai la vera belva. Essa in quei giorni colpì ancora, aggredendo altre 5 persone. Il più delle volte, sebbene non sempre, divorava in buona parte i corpi, ma sempre ne succhiava via il sangue. Ogni volta sbucava all'improvviso dai boschi ed assaliva insorabilmente le vittime. L'ultima fu un mandriano, sorpreso dalla belva verso il fiume. L'animale attaccò ed uccise l'uomo, ma senza curarsi delle madrie. Solo la carne umana sembrava interessare quella fiera feroce. Goz esasperato ideò vari piani, come quello di far vestire da donne i suoi uomini, credendo che esse con i bambini fossero le prede preferite della belva, ma senza sortire effetto alcuno. Il borgomastro fece persino avvelenare molte carcasse di animale, appendondole ai rami degli alberi in più punti di quelle selve, ma anche in quel caso non raggiunse il suo scopo. La belva evitava quelle carogne avvelenate, come se un'astuzia diabolica muovesse i suoi passi. Di fronte a tutto ciò in breve a Monseralc si diffusero voci assurde, come quelle che in realtà la belva fosse un essere mostruoso, come un licantropo o un vampiro. Per altri la belva era invece un flagello Divino, poichè Monseracl aveva ospitato alcuni filosofi e pensatori di Uaarania.
Per questo, per evitare isterismi, sua grazie il vescovo aveva chiamato uno dei migliori cacciatori del regno. Si trattava di un aristocratico Uscianese che sarebbe giunto a breve a Monseracl per uccidere la belva.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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