"Si, potrebbe usare degli utensili appositamente preparati" disse Odigel a Destresya "o magari essere folle al punto da usare mani e bocca soltanto... ti stupiresti nel vedere dove possonoarrivare la follia e la malvagità umana."
"Si, è vero..." annuì Barber "... ma simulare in questo modo gli attacchi di un animale è davvero troppo credo... dovrebbe trattarsi di un uomo eccezionalmente forte... e poi c'è un problema... la prima ragazza aggredita e poi salvatasi ha detto di avr visto un animale simile ad un grosso lupo... se fosse stato un uomo l'avrebbe riconosciuto, no?"
"Magari aveva una pelliccia o un qualche travestimento..." mormorò Odigel visibilmente pensieroso "... tempo in uno dei miei viaggi visitai un'isola dei Mari Flegeesi, dove una tribù indigena venerava il culto del dio cane... in certe notti di plenilunio indossavano pellicci e usavano finte zanne di osso per aggredire ed uccidere i membri di una tribù rivale... potremmo essere alle prese con una situazione simile..."
"Ipotesi audace, ma molto affascinante." Fece Barber.
Intanto Gwen e Busk avevano lasciato la rocca per raggiungere il borgo. Qui trovarono scene di paura ed isteria. Un ragazzino era stato aggredito dalla belva, stavolta presso una palude dove era andato a raccogliere della legna. L'animale l'aveva azzannato alla gola, per poi divorarne in parte il corpo.
Alcuni boscaglioli avevano trovato il cadavere e riportato poi nel borgo.
Diversi degli abitanti allora cominciarono ad inveire contro Reddas, accusandolo ed incolpandolo di non essere all'altezza del compito.
Altri invece cominciarono a dire che la belva era si stata ferita da Reddas, ma che era invulnerabile, immortale e dotata persino di poteri soprannaturali.
A monseracl ora c'era il caos.