"Io..." disse la paziente alla dottoressa Ester "... io... sento che la tristezza, che la malinconia... insomma il mio malessere... ecco... è come se fosse la mia normale dimensione... come mi sento? Forse com'è giusto che mi senti, dottoressa... io... io credo di essere destinata alla tristezza..." fissando la bella psicologa.
Nel frattempo, al ristorantino, Gwen era ormai insofferente alle battute ed alla presenza stessa di Goz e dei suoi poliziotti.
Gan la guardò ed annuì, per poi mangiare con più fretta, per finire prima il suo calzone ripieno.
"Però, vecchio mio..." Goz fissando Gan "... non mi hai chiesto nulla delle indagini... cosa c'è? Il tuo maestro non è più la tua guida?" Ridendo. "Ascoltami, tu e la tua amica dai capelli rossi e dalla lingua tagliente... questa è la mia città... ed è la mia indagine... ho già una pista da seguire e credo sia quella giusta. Perciò non voglio intromissioni, chiaro?"
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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