Presi un profondo respiro, cercando di non prendere lei a schiaffi.
Ma avevo parlato difficile?
Non so, avevo usato una lingua arcaica che la povera e piccola mente di questa donna non riusciva a capire?
Ma cosa me ne fregava a me di quelle cose vaghe.
L'intervista cognitiva aveva bisogno della collaborazone del paziente e questa era una troglodita che nemmeno capiva che cosa le dicevo.
Ma se l'avessi aggredita non avrei ottenuto nulla.
Così feci finta di niente e le sorrisi, cercando di essere accondiscendente.
Ormai avevo anni di pratica, i clienti idioti erano molto più di quelli interessanti, ahimè.
"Perchè allora non mi porta qui il bambino, così posso parlare con lui e capire che cosa può essere successo?" cercando di essere rassicurante.
"Da quanto tempo nota questo cambiamento?" mi venne in mente di chiedere poi.
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Lei si innamorò, sopra ad un cespuglio di rose, e poi rispose... Sì!
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