La cosa iniziava a farsi interessante, quel bambino aveva in sè qualcosa di strano.
Era... adulto, troppo adulto.
Nascosi i miei pensieri, come sempre (ci mancava che i pazienti potessero intuire quello che pensavo di loro!) e mi sedetti sulla mia poltrona iniziando a fissare il bambino con un sorriso gentile.
"Perchè non mi parli un po' di te!" gli dissi poi, sporgendomi verso di lui "Che giochi ti piace fare con i tuoi amichetti? O da solo anche? Io adoravo giocare da sola da piccola!" con fare complice.
Normalmente coi bambini era sempre utile stabilire una connessione che mi ponesse sul loro stesso livello.
Ma se i miei sospetti erano fondati, non sarebbe stato così semplice.
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Lei si innamorò, sopra ad un cespuglio di rose, e poi rispose... Sì!
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