Ormai in facoltà non si parlava d'altro che non fosse la recente scoperta di Kaiz, persino gli studenti del mio corso di archeologia non facevano che parlarne.
Anch'io dovevo ammettere di essere molto interessata a quell'argomento e di essermi informata il più possibile, anche se non era il mio dipartimento a occuparsene.
Tornai nel mio ufficio proprio leggendo un articolo che ne parlava sul mio cellulare, e mi richiusi la porta alle spalle.
Come adoravo il mio studio, tutto sommerso di carte, libri, appunti e quant'altro.
Il mio piccolo rifugio dopo i viaggi nei posti più sperduti, più assurdi alla ricerca di tesori, reperti e preziosi manufatti per conto del museo dell'università, o per conto di questo o quell'ente che di volta in volta mi contattava.
Non che mi dispiacesse non restare sempre nello stesso posto, anzi.
Per quanto adorassi i miei studenti mi sarei annoiata a morte se avessi dovuto passare la vita a insegnare e basta.
Ma proprio perchè non ero mai a casa, adoravo quel momento, quando potevo sedermi alla mia scrivania e convedermi del tempo per qualche studio, per scrivere, per aggiornarmi... e anche per rilassarmi un po'.