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Vecchio 05-05-2010, 03.08.53   #580
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Hastatus era stremato ed il Cavaliere Rosso sembrava invincibile.
E all'improvviso, vedendo Hastatus prossimo alla sconfitta, lo prese per i capelli e gli puntò la spada alla gola.
"Guardatemi, cavaliere!" Urlò. "Guardatemi, in nome del Cielo! Alzate lo sguardo e morite da vero cavaliere!"
Ad un tratto Llamrei corse verso di lui e ne afferrò la mano che impugnava la spada.
"Fermatevi, cavaliere!" Intimò la donna. "Non è la violenza che vi muove... ma è la passione che vi ha battezzato! Risparmiatelo, Cavaliere della Passione! Risparmiatelo, in nome di colui che servite!"
A quelle parole, il Cavaliere Rosso rimise a posto la sua spada, accennò un devoto inchino e tornò a sedersi al centro della navata, mentre tutt'intorno i saggi riuniti in quel luogo esulatarono ed applaudirono.



Intanto, al Castello del Doloroso Amore, Talia era di nuovo al cospetto di Ermaus.
"Voi dunque siete..." Sussurrò osservando la bella dama che gli stava davanti.
Allora estrasse la collanna dalla sua giubba e la osservò per alcuni istanti.
Un lieve sorriso sorse sul suo volto.
Un sorriso che però si mutò preso in un amaro ghigno.
"Ora rammento..." disse "... il mio cuore... i miei sogni... volete sapere dove sono? Sono nella medesima polvere... quella polvere che ricoprì la mia giovinezza e le promesse che la vita mi aveva fatto per bocca di una donna... una donna che mi ha sempre mentito... una donna che chiamavo ogni giorno con un nome diverso... Euridice, Penelope, Arianna, Galatea... una donna che come quelle eroine avrebbe reso la mia vita simile ad un sogno senza fine... un sogno che non temeva di essere distolto, come gli altri sogni, al sorgere dell'alba..."



Perry, nel frattempo, era giunta a quella capanna nella selva.
"Camelo è lontana, damigella..." disse la donna che viveva in quella capanna "... è un sogno, un'illusione... come tutto ciò che vive lontano da Amore... se non troverete Amore, vivrete in balia di quelle illusioni..."
Ed in quel momento una bambina si fece spazio tra la porta e la gonna della donna.
"Torna in casa, Sophia." Le disse la donna, accarezzandole il capo, con la dolcezza che solo una madre possiede.



Nel cuore della selva, intanto, Elisabeth era stata colta dalla stanchezza e dal sonno.
Ad un tratto dei passi destarono il suo riposo.
Alzò il capo e vide una giovane figura: era il fanciullo biondo incontrato prima nella selva.
"Sei stanca?" Chiese. "Ti senti sola? Forse non saresti mai voluta entrare in questo posto, vero?"
Fissò allora le alte cime degli alberi, avvolte da quella eterna nebbia.
"I tuoi vestiti ricordano più un cavaliere che una dama. Sei un cavaliere donna? Stai cercando qualcuno?"
Si avvicinò allora ad Elisabeth e le accarezzò lo stanco volto.
"Mia mamma dice sempre che una carezza fa svanire la stanchezza ed un sorriso scaccia la solituidine." Disse sorridendole.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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