La strada era buia, umida e silenziosa.
Il giovane la attraversava con passo svelto, ma più avanzava più l'oscurità circostante avvolgeva ogni cosa.
Ad un tratto un gruppo di figure lo avvicinarono.
"Scusatemi..." chiese il giovane "... sapreste dirmi come faccio a giungere in paese da qui?"
"Perchè vuoi arrivare in paese?" Chiese uno di quelli. "In paese non c'è nulla per te."
"C'è la festa di San Michele Arcangelo. Non lo sapete?" Rispose il giovane.
"Ma ormai è tardi e non giungeresti mai in tempo."
"Invece si." Rispose il giovane. "E poi ho promesso a Polgara di portarla al ballo. Ed io mantengo sempre ciò che le prometto."
"Ragazzo mio..." disse quell'uomo "... non troveresti nessuno ad attenderti... la festa è quasi terminata."
"E la ragazza di cui parli..." intervenne un altro di quel gruppo "... non vedendoti arrivare si è lasciata accompagnare da un altro."
"Non può essere!" Esclamò contrariato il giovane. "Lei sa che sarei arrivato!"
"Lei è bella, bellissima..." disse l'uomo "... e tu non sei alla festa... perchè avrebbe dovuto aspettarti?"
"Chi è quello che la sta accompagnando?" Chiese con rabbia il giovane.
"Cosa cambierebbe conoscerne il nome? Lei è con lui ora." Rispose l'uomo.
"Ditemelo ed io..." Ringhiò il giovane.
"Tu cosa?" Chiese l'uomo. "Andrai in giro a batterti con tutti coloro che poseranno gli occhi su di lei?"
Ad un tratto si udirono delle voci e nel bel mezzo della strada comparve una processione di donne che recitavano una Litania alla Santa Vergine.
"Chi sono?" Chiese il giovane.
"Pregano per te, ragazzo mio." Rispose l'uomo.
"Per me?" Chiese il giovane.
"Si... invocano la benedizione della Vergine su di te... sapevano che avresti sfidato il Cavaliere Verde..."
La processione svanì in fondo alla strada e dall'altra parte di essa apparve un corteo con tre cavalieri alla sua testa e tredici paggi che li seguivano battendo il passo. Ed una carretta con una bara chiudeva quel corteo.
Il giovane avrebbe voluto chiedere cosa rappresentasse quel corteo ma gli uomini che erano con lui scomparvero lungo la strada.
Ad un tratto il giovane sentì un intenso freddo.
Strinse a se il mantello e continuò il suo cammino, fino a gingere davanti ad una bottega.
Lì un vecchio dai lunghi e folti capelli bianchi stava scolpendo una statua.
"Chi siete?" Chiese il giovane.
"Sono il Maestro delle imprese di Amore."
"E cosa scolpite?" Chiese il giovane.
"Una statua di donna."
"Che donna?"
"Colei che morì per amore di suo marito."
"Alcesti..." sussurrò il giovane.
"Ma non so se riuscirò a finirla." Disse il vecchio.
"Perchè mai?" Chiese il giovane.
"Perchè non trovo una degna modella."
"E come deve essere questa modella che cercate?"
"Capace di morire per amore." Rispose il vecchio.
Ma proprio in quel momento si udirono delle grida lontane.
"Sta arrivando il Cavaliere Bianco!" Gridava un ragazzotto correndo per la strada. "Chi è in peccato è meglio che fugga via! Sta arrivando il Cavaliere Bianco!"
Il giovane si voltò e vide qualcuno avvicinarsi a lui.
In quel momento la pallida Luna illuminò quello scorcio di strada e il giovane riconobbe quel volto tanto caro e familiare.
"Polagara... sei tu..." disse "... mi avevano detto che eri alla festa con un altro..."
La giovane lo fissò per qualche istante e poi disse:
"Nemmeno donandoti il mio sangue ti ha fatto comprendere ciò che ho dentro di me..."
Il giovane le accarezzò il volto senza dire nulla.
Ed in quel momento, la campana del paese cominciò a suonare.
"E' la messa di mezzanotte..." disse un monaco che attraversava la strada "... bisogna aprire le porte della chiesa o i defunti la troveranno chiusa..."
La campana suonò ancora e Guisgard si svegliò all'improvviso.
Si guardò intorno e riconobbe la selva.
Ed accanto a lui, con la mano sul suo petto, c'era Polgara addormentata.