Gwen cadde in un sonno tanto profondo, quanto accogliente, come il buio che ora l'avvolgeva.
Sogno l'imbarcazione, Elv e la tempesta.
Poi il canotte, le onde, il Sole ed il sale del mare.
Gli spasmi della follia ed i morsi della fame, la gola arsa dalla sete ed il pugnale scintillante che stringeva in mano suo zio.
Il cielo senza gabbiani e l'orizzonte infinito.
In mezzo a queste infinite immagini rivide lo scafo della nave, i volti sconosciuti degli uomini che la trascinavano su e poi un viso, uno sguardo.
Bianco, dagli occhi grando, i lineamenti vaghi e stilizzati.
Poi il nulla.
Fino a quando riaprì gli occhi e sentì quel contatto umano.
Qualcuno teneva la mano sul suo polso.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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