Destresya e gli altri videro quell'isola.
Sembrava come ermersa all'improvviso dal mare e dalle nubi alzatesi di colpo dopo la tempesta.
La vegetazione la ricopriva totalmente, donandole un profilo selvaggio ed ancestrale.
L'Ipazia si avvicinava velocemente e l'acqua gialla e salmatra gorgogliava intorno allo scafo della nave.
Poco dopo entrò nella baia dell'isola senza nome.
Milo rise.
"Chissà, magari hai ragione tu e la maledizione esiste davvero..." disse pianissmo ad Altea, continuando a massaggiarle il collo "... così quel fiore sarà la mia sola salvezza... dopotutto un pò è così, no? Se non dovessi conquistare il tuo cuore con quello, beh, allora preferirei davvero finire nelle grinfie della maledizione..."
Il panfilo sussultò di nuovo, in modo più brusco.
"La tempesta non da tregua..." lui guardando l'oblò, sul quale schizzava la schiuma delle onde.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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