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Vecchio 11-05-2010, 02.46.27   #640
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Guisgard ascoltava confuso le parole di Elisabeth.
Sembrava vittima di un incanto.
L'assurda trasformazione di Polgara, le misteriose figure che animavano quell'irreale selva ed ora l'eterea immagine di Elisabeth...
Lui era abituato a combattere, a sentire il freddo e temprato acciaio della sua Parusia nelle sue mani.
A guardare in faccio il suo nemico.
Un nemico che aveva un volto. Riconoscibile.
Ora invece tutto gli appariva confuso, irreale, sfuggente.
Come poteva quel lupo essere la sua Polgara?
Era davvero Polgara?
Un lato "bestiale" che egli non conosceva.
E per fidarsi avrebbe dovuto far leva solo sulla fiducia che nutriva verso di lei.
Riconoscere, cioè, nello sguardo freddo di quel lupo l'anima ed il cuore di Polgara...

"Oggi è il gran giorno..." disse lei, mentre la fresca brezza soffiava nella verde campagna "... l'hai atteso da tanto tempo ed è giunto..."
"Già..." rispose lui guardandola negli occhi "... oggi lascerò questo paese... e potrò diventare un apprendista cavaliere..."
Parlava senza smettere di guardarla negli occhi. Guisgard aveva sempre pensato che lei fosse la più bella fra le belle, eppure non era mai stata tanto bella come in quel momento.
Era come una visione ed in quello sguardo c'erano tutti i suoi sogni, la sua giovinezza.
"Oggi dovevo rivelarti una cosa..." disse lei lasciandosi accarezzare dalla rosa bianca che aveva fra le mani "... una cosa che penso da tempo... ma forse è solo una sciocchezza..."
"Dimmela, ti prego..."
"No..." rispose lei "... te lo dirò quando tornerai..."
Lui avrebbe voluto dirle tante cose, ma restò a guardare quegli occhi lucidi ed enigmatici, senza dire niente...

Un leggero alito di vento sembrò destarlo dai suoi ricordi.
Come se quella selva si fosse svegliata, per un istante, dal suo infinito torpore.
E quel silenzio fu all'improvviso rotto dal lacerante ululato di un lupo lontano, finito in una trappola al di là del lago...




Un attimo dopo Elisabeth era di nuovo su quella misteriosa isola.
"Oh, non temete, mia signora..." disse Toraus "... lo troverò molto presto quel lupo..." e di nuovo quel grottesco ghigno sorse sul suo sgraziato volto.
Poi si girò di scatto, attirato dai dolorosi lamenti di un lupo caduto in una delle sue tagliole.
Si avvicinò allora al lupo e lo uccise con un preciso colpo della scure che aveva con sè.
"Era quello il lupo che cercavate?" Chiese il nocchiere.
"No, non era lui..." Rispose Toraus mentre squartava il corpo di quel lupo.
"E che motivo avevate per ucciderlo, allora?" Chiese ancora il nocchiere.
"Perchè, mi chiedete? Perchè odio questi maledetti animali! Li odio con tutto me stesso... e li ucciderò tutti, prima o poi!"
E la sua delirante risata si diffuse in quell'irreale e macabro scenario.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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