Una volta tornati a casa, congedai Jamos e tornai nella mia stanza, dove potevo essere davvero me stessa, senza quella vocina insopportabile, quella faccia odiosa.
Mi chiusi in camera e mi tolsi la maschera come ci si toglie un paio di scarpe col tacco dopo una camminata di 10 km.
Mi pesava sempre di più.
Non avevo combinato granché quella mattina.
Ma il contrattempo dell'acrobata poteva essere utile al mio scopo.
Visto che avrei dovuto sgattaiolare via durante il suo spettacolo, mi sedetti sul letto e iniziai a cercare in rete notizie su di lui, così avrei avuto qualcosa da raccontare il giorno dopo.
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Lei si innamorò, sopra ad un cespuglio di rose, e poi rispose... Sì!
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