Altea fu attratta da quella musica e dai segreti che poteva celare.
Nel buio del giardino, fra i fantasmi degli spiriti notturni ed il silenzio di una Luna bella e spettrale, si avicinò al muretto fiorito che divideva il verziere dalla finestra del salottino, da dove cioè provenivano le note.
Non si vedeva nessuno in giro, neanche un domestico.
Attraverso i vetri Altea però non riusciva a vedere il pianoforte e neanche Lennox che lo suonava, stando una tendina a dividere quell'angolo dalla visuale esterna.
Quel pagliaccio rideva, con la sua voce grottesca e cattiva.
Eppure quella voce era stata abilissima a mutare e ad imitare quella di Elv, al punto da ingannare Gwen.
Ad un tratto la luce si accese e la cantina si illuminò.
"Morale della favola..." disse Betix "... mai credere a ciò che c'è scritto su una porta chiusa, dottoressa." Divertito.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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