Nella piana del Lagno, a Nord-Ovest di Afragolopolis e in direzione di Caivania, si trovavano e cosiddette 5 Vie, una delle regioni più antiche, covo di remote leggende e miti primordiali, dell'Afragolignone.
Gli scavi quel giorno procedevano spediti, avendo la direzione del campo assoldato una nuova squadra di scavatori.
In realtà gli scavi, finanziati dall'Università Catolica, erano stati affidati ad un'ente molto vicino ai Domenicani.
Don Nicola si aggirava fra i dossi e le fosse, gettando il suo sguardo austero e fisso verso i vecchi muri che emergevano dal terreno asportato.
Quelle tombe dimenticate affioravano silenziose dalla polvere del Tempo, molte delle quali con ancora gran parte dei corredi funebri in esse conservati.
Il cimitero era stato scoperto anni prima, ma una serie di permessi negati aveva più volte impedito agli scavi di cominciare.
Le scarpe impolverate del chierico scivolavano sul terrapieno, sotto il quale alcuni scavatori stavano portando alla luce un antichissimo altare.
Ad un tratto un cane apparve nella campagna, avvicinandosi agli scavi scodinzolando, per poi cominciare a ringhiare una volta giunto a pochi metri dagli scavatori.
“Via...” disse uno di questi “... va via! Ahhhhh!” Tirandogli una pietra e facendolo scappare mentre guaiva.
Un fresco vento si alzò fra la polvere e per un momento sembrò scacciare la calura di Giugno.
Soffiò per qualche istante fra le tombe, le colonne e i bassorilievi di animali fantastici riportati alla luce dagli archeologi.
Poi il vento cessò e Don Nicola avvertì ancora la calura.
Non che gli desse particolarmente fastidio.
Era un uomo che non soffriva mai, né per il caldo e né per il freddo.
Caminò ancora, fra le lapidi consumate, spaccate frantumate.
Di nuovo il ringhio del cane, stavolta più lontano, nella campagna.
Un'ombra si allungò sul terrapieno e raggiunse il religioso.
Don Nicola alzò lo sguardo e si accorse del bassorilievo che copriva il Sole.
Ancora il vento prese a soffiare sul campo, sollevando la polvere.
“La tempesta...” disse piano Don Nicola fissando il bassorilievo.
Esso raffigurava il demone Lilith, prima moglie di Adamo ed adorata dalle prime civiltà conosciute.
Gli occhi austeri del chierico erano in quelli dell'immagine sulla pietra e vi restarono a lungo.
“Padre Nicola...” arrivando uno degli archeologi “... dobbiamo aggiornare gli archivi delllo scavo...”
“Faccia preparare l'auto.” Don Nicola.
“Deve partire, padre?” L'altro al religioso. “Adesso?”
“Si, devo andare ad Afragolopolis.” Rivelò Don Nicola, per poi tornare a guardare il bassorilievo del demone che proiettava la sua ombra sull'antico cimitero dimenticato.