Justine non parve entusiasta di conoscere i 2 scienziati ed infatti fece un passo verso Gwen.
"Questo androide" disse Aphel a Gwen "ha scelto lei, dottorssa, come padrona."
"Lo penso anche io." Annuì Ludwing.
Subito Harrison prese il candelabro, lo guardò e poi scosse il capo.
"Lo farò subito controllare e in caso di guasto cambiare, madame." Disse ad Altea, che già appariva contrariata verso la sua servitù.
Così il vecchio maggiordomo uscì e la lasciò da sola.
Era una bella giornata di Giugno, soleggiata, dal cielo terso e con un fresco venticello, deciso e profumato di muscio selvatico, che dalla brughiera soffiava su Afragolopolis.
"Amate Elena, cavaliere?" Ad un tratto una voce bassa, di un vago accento straniero, simile al selvaggio splendore di quei libri appena letti. "Ma si, perchè no, altezza." Continuò a recitare. "E quanto, ditemi? Prima di voi, lady Ginevra, la anteporrei ad ogni altra donna." Terminò la voce.
Quando Altea si voltò vide il bel Lennox con una preziosa maschera alla moda di Costantinopoli, dove lo sfarzo imperiale si era unite allo stile aristocratico dei mercanti veneziani. "Quel cavaliere era Lancillotto del Lago e giurava di venerare Ginevra per sempre." Mostrando un lieve inchino ad Altea, dopo averle recitati quei versi cavallereschi.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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