"Vi chiedo scusa, amici miei..." disse con tono dispiaciuto Anaclerio "... ma, riconoscendo il sentiero non ci ho pensato due volte e l'ho seguito... voi siete stati buoni e generosi con me... ed io volevo ricambiare la vostra nobiltà d'animo verso di me..."
"Per questa volta va bene..." intervenne Llamrei "... ma la prossima volta, qualsiasi cosa dovesse accadere, non allontanarti più da noi! Ora guidaci dal Cavaliere Bianco."
Così, Anaclerio guidò il gruppo attraverso quel sentiero.
Giunsero allora in una radura circondata da sterpi e rovi.
Al centro vi era una torre diroccata, ricoperta da arbusti e piante rampicanti.
"E' li che si trova il cavaliere..." indicò Anaclerio.
Ed una volta entrati, si trovarono in un'antica sala, semibuia, in fondo alla quale vi era un pesante seggio.
E su di esso vi era seduto un possente ed austero cavaliere: il Cavaliere Bianco.
Era immobile e fissava senza dire nulla i nuovi arrivati, quasi come un giudice che attendesse le parole degli imputati...
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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