La casa del borgomastro era una vasta tenuta agricola, come a quel tempo erano in uso essere le dimore dei facoltosi borghesi. La proprietà sorgeva all'inizio di Suession, circondata da un ampio terreno all'ombra di alcuni olmi che aprivano i propri rami per la frescura di quel luogo. Un fresco canaletto d'acqua zampillava dal mulino fino al vicino Lagno, mentre un lungo steccato racchiudeva la fattoria.
In essa raspavano l'erba o il terreno di quel luogo grassi maiali, gonfi tacchini, goffe anatre, placide mucche e chiassose galline.
Intorno a questi animali erano rigogliosi i floridi campi di grano, di mais, di patate e di carciofi, mentre alberi dai rami ricchi di frutti pendevano al fresco vento settembrino.
All'interno della tenuta stavano Altea, sua sorella, il borgomastro con la moglie e Goz.
“No, nessuna nave con quel simbolo, milady.” Disse Goz ad Altea. “Non credo di averlo mai veduto un simbolo simile.”
“Una banda che si firma con un disegno?” Divertito Belvon. “Immagino sia una perfetta trama per un romanzo. Peccato però che questa è la vita reale, non il mondo della fantasia.”
“Però non scarterei a priori l'idea di una banda di furfanti, signore.” Mormorò Goz.
“Una banda che salva persone a caso dal patibolo?” Scettico Belvon.
“Che salva lestofanti e criminali, signore.” Precisò Goz.
“Suvvia, direi di cambiare discorso, o questa conversazione turberà le nostre ospiti.” Intervenne la moglie di Belvon, indicando le due belle De Bastian.
Gwen non andò via, ma si fermò a vedere cosa facesse il giovane nativo.
Lo vide così scavalcare il muro di cinta ed entrare nel cimitero sconsacrato.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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