Nel grande spiazzo che sorgeva dietro la grotta, si erano preparati tutti i partecipanti al torneo dell'Amore Ritrovato.
Colorati vessilli e sfarzosi stendardi si gonfiavano al vento, mentre il luccichio delle corazze e delle armi si rifletteva su tutto il campo.
Le trombe squillavano solenni ed i tamburi rullavano maestosi, mentre i marescialli di campo controllavano che tutto fosse in regola.
Guisgard fissava con attenzione la superba parata di cavalieri.
E mentre il suo sguardo seguiva quel cavalleresco spettacolo, con le mani accarezzava un anello che portava al dito.
"Perchè continui a fissare il mio anello?" Chiese Polgara.
"E' molto bello." Rispose Guisgard.
"E' molto antico..." disse lei "... si narra che sia appartenuto ad una grande fata. Molti dicono che è magico."
"E secondo te è davvero magico quell'anello?" Chiese Guisgard.
"Chissà... perchè no! Io comunque lo porto perchè mi piace e perchè dicono sia un portafortuna."
"Già, alla fortuna non si può rinunciare."
"Prendilo tu... voglio prestartelo..." Disse Polgara offrendo l'anello a Guisgard.
"Perchè vuoi che lo porti io?"
"Perchè quando sarai cavaliere ti ritroverai a dover affrontare qualche difficile impresa... forse dovrai sfidare qualche orco, o un drago, o chissà, magari partecipare ad un torneo. E vedrai che quest'anello ti porterà fortuna."
"E' il tuo, non so se sia il caso..."
"Cosa c'è?" Chiese lei. "Temi che rappresenti una promessa? Tranquillo, io non voglio sposarmi mai! Non sono fatta per il matrimonio! Quindi puoi tranquillamente accettarlo!"
"Sei la solita malpensante!" Rispose lui prendendo l'anello. "O magari è un trucco... facendomi portare questo anello nessuna donna, credendomi già impegnato, si avvicinerà a me!" E scoppiò a ridere.
"Sai dire solo cattiverie!" Disse lei visibilmente infastidita. "Anzi, ridammelo che non meriti nulla!"
Tentò allora ti riprendersi l'anello, ma Guisgard portò la mano dietro la schiena ridendo di gusto.
Polgara allora d'istinto cercò di raggiungere la mano dove Guisgard lo aveva nascosto, arrivando a sfiorare con il suo viso quello di lui.
Per un istante i due si scambiarono un profondo sguardo e all'improvviso Guisgard la baciò.
Polgara, come turbata da quel bacio, restò immobile a fissare Guisgard, per poi scappare via.
"Fermati, Polgara!" Gridò Guisgard. "Aspetta!"
Ma la ragazza era ormai svanita nel bosco circostante, lasciando Guisgard a fissare pensieroso quell'anello.
"L'anello che mirate, mio signore,
è forse un antico pegno d'amore?"
Chiese all'improvviso il menestrello, destando Guisgard dai suoi ricordi.
"E' un antico dono..." rispose il cavaliere.
All'improvviso nella tenda giunse la suora.
"Messere..." disse "... tra pochi istanti si affaccerà sul campo la damigella per la quale vi ho chiesto di combattere."
"Bene." Rispose Guisgard. "Menestrello..." chiamò poi "... non avendo con me il mio scudiero, ci sarai tu per questo ruolo!"
"Io da ozioso cantore a fedele scudiero?
Spero esser degno di incarico tanto fiero!"
In quel momento si udirono altri squilli di tromba.
Ormai mancava poco.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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