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Vecchio 22-03-2022, 18.31.46   #188
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Carlos era sul molo quando Marin arrivò da lui per dirgli della barca e di come anche lei sarebbe partita con lui.
Il naufrago originario delle isole sorrise, nonostante la sorpresa iniziale.
“Certo, sono doppiamente in debito con voi.” Disse a Marin. “Allora comincio a preparare la barca.”
Cominciò così a lavorare sulla vela e sull'albero, poi oliò i remi e passò vari strati di grasso sulla chiglia.
Strinse le cime a babordo e quelle a tribordo, rafforzò le presse di cambusa con perni nuovi e riparò il timone di poppa che mostrava delle spaccature.
Verso il primo pomeriggio, incoraggiati dalla marea, da un vento favorevole che soffiava verso la costa e una visibilità sufficiente, Marin e Carlos salirono sulla barca e presero il mare.
La figura di suo nonno che la salutava in beve si fece piccola, viso a sparire, mostrando nell'azzurrognola foschia solo la sagoma alta e regolare del faro.
A un certo punto Marin udì un canto, basso e lieve, in una lingua che non conosceva.
Era Carlos seduto con le gambe incrociate e lo sguardo volto a Oriente, intonando un antico canto augurale della sua tribù.
Intanto la costa cominciava ad apparire all'orizzonte.






Blangey si rifugiò fra le braccia del bel Robertstein, cercando un rifugio contro i fantasmi del suo passato.
“Si, io ti conosco meglio di chiunque altro, Blangey...” disse lui alla sua sua assistente “... conosco i tuoi silenzi e ciò che celi dietro i tuoi sorrisi enigmatici...” stringendola a sé e accarezzandole i capelli “... so cosa nascondono i tuoi occhi e non mi sono ignoti i tuoi pensieri... ho imparato a dare un nome ai tuoi fantasmi e per questo so difenderti dai tuoi demoni...”






Sunis aprì il pacco e scoprì il vestito in esso contenuto.
Era nero, di raso, lucidissimo e di pelle, pregevolissima.
Un abito lungo, con ampi spacchi laterali e scosciati, accompagnato da alti stivali di cuoio, fini ed eleganti.
A completare il tutto vi era una maschera, dallo stile di quelle veneziane, ma di fattura eccellente, preziosa e rara maestria.






Britty prese il biglietto e lo lesse:

“Mia caro Venturi, vi aspetto al mio castello a Mezzanotte, certa che porterete notizie richieste dal nostro amico in comune. Badate di esserci, poiché ben sapete che egli non sa attendere.
Marchese Justine”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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