Robertstein guardò Blangey con una smorfia, per poi sorridere.
"Si, sono un uomo di lettere, non un avventuriero." Disse ridendo piano. "Ma a differenza degli uomini d'azione io ho il potere della mente, della logica e so perciò affrontare ogni situazione con sangue freddo." Facendole l'occhiolino.
Il sottobosco appariva avvolto da un'atmosfera calma e rassicurante, tra il verde e le sue infinite tonalità, il candore dorato del Sole pomeridiano e il cinguettio vivace degli uccellini.
Un che di bucolico e spensierato aleggiava in quell'angolo di natura, dive parevano svanire gli affanni e i travagli della vita cittadina.
Era il tipico pomeriggio di inizio Primavera, l'ora in cui i ragazzini giocano dopo i compiti di scuola e il momento in cui gli innamorati progettano fughe d'Amore.
A un tratto però la natura, come in un poema del Boiardo o dell'Ariosto parve come aprirsi, simile a un cancello spalancato di un magico verziere, facendo apparire i robusti e vecchi bastioni di un castello invaso da rampicanti.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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