"Un bel nome, brava." Disse lo zio ad Abigail.
I cavalli erano già sellati, con splendide pelli foderate di pregiato ermellino e borchie d'oro, alla moda asburgica così in voga a quei tempi.
Un attimo dopo lo zia e sua nipote erano già a galoppare nella vasta brughiera, dove il Sole fingeva ogni cosa rendendola di infinite tonalità di verde.
Dossi e fossati animavano quel pittoresco e selvaggio panorama, dove solo gli alberi più alti vedevano le loro come sferzate dal vento.
Abigail avvertiva l'aria gradevole della Primavera intorno a lei e i mille profumi che quella landa romantiche e primordiali enanavano.
Di tanto in tanto appariva qui e là qualche rudere ammantato d'edera, tra storpi e rovi, ultima testimonianza di un passato lontano e ormai dimenticato.
I 2 galopparono a lungo, fino ad arrivare presso quella che un tempo era stata una torre nobiliare, oggi però ridotta a muri fatiscenti.
Qui, all'ombra di un faggio, stava una donna intenta a pestare bacche e semi selvatici.
Guardò Abigail e suo zio e scoppiò a ridere.
Una risata stridula.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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