Il sottobosco appariva di mille e più tonalità di verde, da quelle più fresco e variegato, a quello più carico e profondo.
La vegetazione era folta e rigogliosa, ammantata da quel calore intenso del Sole di Giugno, già messaggero della ficcante estate di queste lande.
I cavalli di Abigail e di suo zio avanzavano in quel bucolico splendore, fra i sentiri stretti di quel mondo in parte ancora selvatico e primordiale.
Galopparono piano, per una buona ora, vedendo il paesaggio mutare e la sterminata brughiera avanzare, fra dossi e declivi, tra antichi ruderi di epoche lontane e alberi secolari, ormai ultimi custodi di segreti perduti.
Fu così che quasi per caso zio e nipote videro apparire fra la vegetazione un piccolo borgo, come spuntato dal nulla, dove le case erano costruite nel terreno.