Mi chiedono in molti da dove arrivi la mia ispirazione, le storie che mi tormentano notte e giorno perché le metta su carta, i mondi che ho costruito negli anni.
Tutto in realtà è nato prima di me, in un tempo antico e lontano, quando paradossalmente la fantascienza stava nascendo.
Racconto sempre di come trovai quel diario, in un vecchio mobile nella soffitta di un prozio che avrò visto si e no quattro volte da quando ero bambina, dato che i miei nonni hanno smesso di frequentarlo senza che ci fosse un motivo apparente.
Raccontava le avventure di una mia antenata, quella di cui porto il nome, che visse avventure incredibili all’inizio dell’Ottocento. Anche se in realtà lo zio sosteneva che lei fosse una scrittrice e quello fosse solo un romanzo che aveva lei stessa come protagonista.
E visto quanto c’era scritto, beh, poteva anche essere, ma la mente di una bambina che ama scrivere propendeva molto di più per una storia fatta di misteri da risolvere, strani arcani e avventure.
Avevo creato almeno una decina di finali per quel diario, che si interrompe senza preavviso il 16 giugno 1806.
Cosa era accaduto alla mia antenata?
Nessuno lo sapeva. Così, la mia fantasia aveva iniziato a viaggiare e da lì era nato tutto.
Ed era nata lei, Jackie, la mia eroina. Con i suoi tatuaggi, i capelli verdi e quell'aria strafottente che aveva conquistato i lettori di ogni età.
Beh, non assomigliava ai ritratti della mia antenata, ma la sua grinta e la voglia di avventura non avevano eguali.
Quando la macchina giunse sulle rive del lago, presi un profondo respiro, beandomi dell'aria salmastra.
Mi sporsi dal finestrino quanto bastava per osservare l'hotel Scipione che occupava, da solo, un'intera isola praticamente
"È perfetto.." sussurrai, guardandomi attorno.
Era proprio quello il Palazzo Imperiale di Stonies, dove si sarebbe svolto il quarto capitolo della saga.
Mi venne da ridere a immaginare Jackie che doveva cercare di inflitrarsi tra il personale, sembrando una ragazza tutta carina, quando invece il suo habitat naturale era il pub malfamato che gestiva nel cuore più torbido della città di Mys, sul pianeta dalle sette lune.
Amavo immergermi nei luoghi che descrivevo nei miei libri, trattandosi poi di un universo intero, con pianeti, asteroidi, costellazioni e interi popoli, potevo smuovere al meglio la mia fantasia.
La macchina si fermò, bloccando i miei pensieri.
Scesi e mi diressi alla reception.
Ad aspettarmi trovai il custode dell'hotel.
"Buongiorno!" gli sorrisi "Jiul, giusto? Ho parlato con lei al telefono per la prenotazione?".