Bert rise, guardò Marin e si accese una sigaretta dopo averla offerta anche a lei.
La fiamma dell'accendino scintillò per un istante sul cristallo dei bicchieri.
Poi una nuvola di fumo salì dalla tavola, disperdendosi un istante dopo nella vasta sala, piena di vestigia antiche, animali impagliati, armi appese alle parenti e qualche arazzo consumato ma di magnifica fattura.
"Si, un fantasma..." disse fissando la giovane psicolga negli occhi "... così un castello senza un fantasma? E cos'è un fantasma senza una maledizione che lo tieni in vita, no? Le maledizioni forse servono all'uomo per illudersi... illudersi che il tempo non passi, illudersi che le proprie azioni siano punite da una forza sconosciuta e ostile invece che dalle proprie colpe..." fumando "... e sia... stanotte scoprirò se in questo castello c'è un fantasma... magari, visto solo il solo mortale, il solo uomo del castello, chissà che quel fantasma non venga stanotte nella mia camera... non chiuderò la porta..." sorrise con malizia, la guardò ancora e poi, dopo un cenno del capo, si alzò e andò in camera sua. "Buonanotte..." salutandola prima di uscire dalla sala.
Un saluto sospeso.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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