"Quindi... lei è Guisgard?"
"Si, dottoressa..."
"Però lei mi ha dato un altro nome quando ha iniziato a frequentare il mio studio."
"Un nome non significa niente... ma già so che adesso lei cercherà di convincermi del contrario, dottoressa..."
"Si sbaglia, io non voglio convincerla di nulla."
"Quindi posso dire tranquillamente di essere Guisgard, dottoressa?"
"Se ciò la fa starbene, si... certo. Ma ne dubito."
"Perchè, dottoressa?"
"Perchè Guisgard è un personaggio di fantasia, una maschera. Non può vivere pensando di essere lui. Guisgard vive nei fumetti, nei film e nelle serie TV. Quello è il suo posto, non la realtà."
"E se io le dimostrassi il contrario, dottoressa? Mi crederebbe?"
"E' così importante per lei convincere me?"
"Beh, da qualcuno devo pur cominciare, no?"
"E se non riuscirà a convincermi?"
"Beh... se non ci riuscirò... allora smetterò di dirlo... non dirò più di essere Guisgard, dottoressa."
"Bene... sono qui ad ascoltarla... mi convinca che Guisgard esiste davvero e che lei è proprio lui."
"Bene... lo farò raccontandole una storia, dottoressa..."
Buonanotte, Camelot.