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Vecchio 15-06-2010, 01.59.21   #822
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Alla Cappella dell'Arcangelo, Cavaliere25 aveva riconosciuto Guisgard.
"Come sei giunto qui?" Chiese stupito il cavaliere. "Questo posto non è per te. Ritorna al castello e riunisciti a tutti gli altri. Io devo recarmi in un luogo dove nessuno può seguirmi."
Ad un tratto una lunga ombra si proiettò lungo la navatella, fino a giungere ai piedi dell'altare.
Era il Cavaliere Bianco.
Si segnò nell'Acqua Benedetta e si inginocchiò presso l'altare.
Poi, finito di pregare, si segnò di nuovo e si alzò.
"Bene, cavaliere..." cominciò a dire, fissando Guisgard "... vi ho concesso quanto mi avete chiesto. Ora, in nome della vostra parola, rendetemi ciò che è mio."
"Sono pronto, milord..." rispose Guisgard, quasi senza mostrare emozioni "... sono alla vostra mercè."
All'improvviso però udì come una voce che lo chiamava.
"Questa voce..." disse con un filo di voce "... sembra... sembra la sua voce... la voce di lei... di Polgara... come se mi stesse chiamando..."
"Non vi è nessuno qui, cavaliere." Intervenne il Cavaliere Bianco. "Siamo solo io e voi. Con la mia spada e la vostra parola. Pagate il vostro debito."
"Si... è vero..." disse Guisgard guardandosi intorno "... sarà di nuovo l'eco delle mie illusioni..."
"Guardate la statua dell'Arcangelo Michele!" Lo esortò il Cavaliere Bianco. "Impugna, insieme alla lancia, anche la bilancia."
Guisgard fissò la statua senza dire nulla.
"E quella bilancia" continuò il Cavaliere Bianco "è la Giustizia Divina. Ed in nome di quella giustizia, vi chiedo di offrirmi ciò che mi spetta di diritto... la vostra vita."
A quella parole la campana della campella emise tre lenti ed austeri rintocchi.
Tutto era pronto per l'esecuzione.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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